L'Università della Svizzera italiana
Nascita di un ateneo alla fine del secondo millennio
Prefazione di Boas Erez
Con testimonianze di Mauro Dell’Ambrogio, Mauro Martinoni e Giorgio Noseda
Formato 18 x 24 cm, 600 pagine con illustrazioni a colori
Questo volume ricostruisce tutti gli sforzi fatti sin dall’inizio dell’Ottocento per assicurare un’università alla Svizzera italiana. Tra i tentativi più conosciuti quello non realizzato dell’Accademia di Stefano Franscini, approvato dal Gran Consiglio nel 1844, e il CUSI caduto in votazione popolare nel 1986. Per avere finalmente un’università bisogna aspettare il 1995, quando dapprima il Consiglio Comunale di Lugano e poi il Gran Consiglio ticinese votarono la creazione della Fondazione per le Facoltà di Lugano e la Legge cantonale sull’Università della Svizzera italiana. Il Ticino fu in seguito riconosciuto cantone universitario dalla Confederazione nell’anno 2000.
Ne emerge l’immagine di una realtà politica e sociale che per il progetto universitario ha saputo compattarsi superando steccati storici. È grazie al coraggio insperato di un ristretto numero di politici, accademici e funzionari che il progetto universitario ha potuto andare in porto, ed è anche grazie alla paziente e intelligente opera di cucitura delle commissioni legislative preposte all’esame dei due progetti, quello comunale e quello cantonale, che la Svizzera italiana ha potuto realizzare un’università coesa che comprende oggi sei facoltà e che sta inanellando tanti risultati positivi, ben testimoniati dalle recenti classifiche internazionali.
Pietro Montorfani ha conseguito un dottorato di ricerca in Scienze storiche e filologiche presso l’Università Cattolica di Milano, dove ha tenuto seminari di storia della critica e di letteratura italiana del Rinascimento. Dal 2005 al 2007 è stato teaching assistant and language coordinator al Department of Modern Foreign Languages della University of Mary Washington (USA). Ha tenuto conferenze in vari atenei, tra cui Oxford e Philadelphia. Autore di ricerche sulla Svizzera italiana, è responsabile dell’Archivio storico e del nuovo Ufficio Patrimonio della Città di Lugano. Dirige la rivista «Cenobio».
Mauro Baranzini ha conseguito un dottorato a Friburgo e poi a Oxford sotto la supervisione di Sir James Mirrlees (Nobel per l’economia nel 1996). Dal 1975 al 1984 è stato lecturer & director of economics del Queen’s College dell’Università di Oxford. Ha insegnato alla Cattolica di Milano e a Verona come ordinario dal 1987 al 2004. Nel 1987 ha elaborato il progetto del Centro Studi Bancari di Villa Negroni. Ha fatto parte del Comitato Ordinatore per le Facoltà di Lugano ed è divenuto in seguito decano della Facoltà di Scienze economiche. Ha pubblicato con le migliori case editrici anglosassoni e ha svolto ricerca all’MIT, Harvard, Stanford e Cambridge. È fellow dell’Istituto Lombardo e dell’Accademia dei Lincei.