Lettere iperboliche
A cura di Orazio Martinetti
Formato 12.5 x 21 cm., 128 pagine
Pubblicate sulle pagine di una smilza rivista locale alla fine dell’Ottocento, le «Lettere iperboliche» di Francesco Chiesa sono state di volta in volta interpretate come un pamphlet scagliato da un giovane «enragé» contro la classe dirigente del tempo, come una radiografia impietosa e sarcastica del malcostume ticinese, come un abbozzo di antropologia culturale. Le «Lettere » – che l’autore, successivamente, preferì affidare alla critica roditrice dei topi – meritano ancora oggi un’attenta lettura, non foss’altro perché taluni vizi sono rimasti incistati tra le articolazioni della società, come la proliferazione della «classe avvocatesca» (categoria alla quale lo stesso Chiesa apparteneva per formazione), l’ampollosità dei proclami, la retorica dei discorsi politici, le logiche di stampo familistico. Le «Lettere» costituiscono inoltre un documento-chiave del percorso letterario del poeta di Sagno, che proprio in quel giro d’anni apriva il cantiere di Calliope, poema storico – La Cattedrale, La Reggia, La Città – che l’avrebbe fatto conoscere ai più bei nomi della critica italiana. Spesso citate ma raramente lette, queste «Lettere» ritornano oggi riviste e corredate di una serie di note esplicative.
FRANCESCO CHIESA (Sagno 1871 - Lugano 1973). Nel 1897 pubblica a Milano la raccolta di poesie Preludio. Nello stesso anno ottiene la cattedra di Letteratura italiana al Liceo di Lugano. Nel 1895 fonda, con Emilio Bossi, il periodico «Idea Moderna»; quindi «Piccola rivista ticinese», su cui pubblica le Lettere iperboliche. Tra il 1903 e il 1907 pubblica il poema Calliope. Nel 1906 fonda la rivista socialista «Pagine libere». Tra il 1919 e il 1933 stampa tre raccolte di ritmi barbari: Fuochi di primavera, Consolazioni e La stellata sera. Nel 1925 è la volta del suo primo romanzo: Tempo di marzo, nel 1928 di Villadorna e nel 1938 di Sant’Amarillide. Molteplici sono gli altri scritti in prosa e in versi composti nella sua lunga carriera di letterato.
Da: La Regione, 8 luglio 2017