La Confederazione svizzera
65,00 CHF
SKU: 90
Iosia Simler
Anno
1999
ISBN
88-8281-039-9
A cura di Carlo Carena e Paolo Ostinelli.
Prefazione di Flavio Cotti.
Introduzione di Gerardo Broggini.
Formato 18x25, 332 pp. con illustrazioni in b/n
Il De republica Helvetiorum é un testo capitale della storiografia svizzera, e qualcosa di più. Vi hanno infatti buona parte la descrizione del territorio e delle vicende dei Cantoni che via via vennero ad aggregarsi in una confederazione di Stati, dal suo sorgere nel Medioevo fin ai grandi eventi di Marignano e di Novara. Nelle confuse e fosche guerre medievali, nelle rivalità delle potenze confinanti, nell'arroganza dei signorotti locali, si evolve una coscienza di libertà, che é il nocciolo, l'insopprimibile aspirazione ed esigenza, la molla dell'agire di quelle popolazioni montanare, che così esprimono una cultura, non letteraria o artistica ma civica.
Nella travagliata aggregazione e affrancamento di città e villaggi, che hanno i loro eroi ed eroine (ci sono anche queste) non solo in Guglielmo Tell e negli altri consacrati dal mito nazionale, ma in più umili e non meno indomiti contadini e alpigiani, si elabora agli occhi del nostro storico anche una coscienza collettiva e addirittura un'originale forma di Stato.
Prefazione di Flavio Cotti.
Introduzione di Gerardo Broggini.
Formato 18x25, 332 pp. con illustrazioni in b/n
Il De republica Helvetiorum é un testo capitale della storiografia svizzera, e qualcosa di più. Vi hanno infatti buona parte la descrizione del territorio e delle vicende dei Cantoni che via via vennero ad aggregarsi in una confederazione di Stati, dal suo sorgere nel Medioevo fin ai grandi eventi di Marignano e di Novara. Nelle confuse e fosche guerre medievali, nelle rivalità delle potenze confinanti, nell'arroganza dei signorotti locali, si evolve una coscienza di libertà, che é il nocciolo, l'insopprimibile aspirazione ed esigenza, la molla dell'agire di quelle popolazioni montanare, che così esprimono una cultura, non letteraria o artistica ma civica.
Nella travagliata aggregazione e affrancamento di città e villaggi, che hanno i loro eroi ed eroine (ci sono anche queste) non solo in Guglielmo Tell e negli altri consacrati dal mito nazionale, ma in più umili e non meno indomiti contadini e alpigiani, si elabora agli occhi del nostro storico anche una coscienza collettiva e addirittura un'originale forma di Stato.