Gabbia di sogni
Traduzione e cura di Stefana Squatrito
Prefazione di Daniele Maggetti
Formato 12.5 x 21 cm, 192 pagine
Romanzo d’esordio di Monique Saint-Hélier, Gabbia di sogni è un testo avvincente e suggestivo che testimonia la nascita di un indiscusso talento letterario, le cui peculiarità e i cui ritmi si intrecciano con la singolarissima e sofferta vicenda biografica della scrittrice. Sospeso tra finzione narrativa ed esperienza vissuta, tra referenza autobiografica e rielaborazione fantastica, Gabbia di sogni sorprende il lettore per il suo stile fortemente evocativo che lascia intravedere le ambiguità di una scrittura i cui confini generici appaiono alquanto fragili e facilmente valicabili. Così, dietro il personaggio di Béate, il lettore non può non scorgere gli stessi tratti caratteriali di Berthe-Monique, gli stessi combattimenti religiosi, le stesse ferite esistenziali, gli stessi luoghi della sua infanzia, la stessa Svizzera, recuperata, fatalmente, solo quando era stata ormai abbandonata per sempre.
Monique Saint-Hélier nasce nel 1895 a La Chaux-de-Fonds, dove compie studi medici e letterari. Poco più che ventenne, una successione di malattie la rendono invalida. Nel 1926 si trasferisce a Parigi. Nonostante le sofferenze, coltiva amicizie e passioni letterarie, da Rilke a Gide, da Woolf a Hesse. Mantiene una grande fede in Dio e nell’uomo. Ma soprattutto scrive. Escono così Bois mort (1934), tradotto in italiano da Dadò (Una disperata felicità, 2007), Le cavalier de paille (1936), Le martin-pêcheur (1953) e L’arrosoir rouge (1955). Muore il 9 marzo 1955, lasciando vari lavori incompiuti.