La fucilazione del traditore della patria Ernst S.
Prefazione di Francesco Lepori
Traduzione di Christoph Ferber e Salvatore Pilato
Formato 12.5 x 21 cm, 128 pagine
«Nella notte dal 9 al 10 novembre 1942 il soldato Ernst S., all’età di ventitré anni, venne ucciso a colpi di fucile in un bosco non lontano da Jonschwil (cantone di San Gallo) un po’ sotto il gruppo di case denominato Bisacht. Però non fu un omicidio nel significato corrente della parola ed Ernst S. non cadde nemmeno sul campo dell’onore, ma venne giustiziato da un reparto dell’esercito svizzero».
L’inchiesta di Niklaus Meienberg sul traditore della patria Ernst S. fa parte dei classici della letteratura svizzera d’inchiesta. Ernst, ragazzo difficile ma innocuo, figlio di lavoratori, viene schiacciato dai brutali ingranaggi della giustizia militare elvetica mentre alti rappresentanti dell’esercito, decisamente più compromessi con il regime nazista, godono di una «imperdonabile clemenza». Il leggendario reportage di Niklaus Meienberg non dimostra soltanto come si possa scrivere in modo brillante e impegnato su temi storici, ma è anche un esempio paradigmatico di come il passato si rifletta ancora sul presente.
Niklaus Meienberg (1940-1993) è stato uno storico, scrittore e giornalista svizzero, nato a San Gallo. Dopo gli studi di storia con laurea a Friburgo intraprende la carriera giornalistica. Per cinque anni è corrispondente a Parigi per la Weltwoche e per due anni dirige la sede parigina del settimanale tedesco Stern. In seguito lavora come freelance per diverse testate svizzere, tra cui il quotidiano Tages-Anzeiger che lo bandirà dal 1976 al 1991. Pubblica diversi libri di reportages. Morirà suicida il 22 settembre 1993.